La partita coi kazaki del Kairat è la più semplice nella Champions League dell’Inter, ma per vincerla c’è prima da giocarla. «Dite quel che volete, ma di facile in Europa non c’è nulla», replica un po’ stizzito Chivu a chi pesa le 3 vittorie nerazzurre nelle prime 3 partite e ovviamente già si immagina la quarta. Capolista a punteggio pieno e zero gol incassati (come solo l’Arsenal), se l’Inter batte anche il Kairat arriverà alla fase calda della sua Champions (Atletico Madrid, Liverpool, Arsenal e Dortmund) non solo con la certezza di un posto fra le prime 24, ma soprattutto con già qualcosa in più di uno strapuntino per passare anche quest’anno fra le migliori 8 (dribblando così le fatiche degli spareggi di febbraio).
Il Kairat è campione del Kazakistan in carica e ha appena rivinto il nuovo titolo: di fatto è già qualificato ai preliminari della prossima Champions mentre gioca le partite di quella in corso, seconda squadra kazaka a farlo dopo l’Astana. Ha perso al debutto contro lo Sporting Lisbona e poi in casa col Real Madrid, però al terzo turno ha strappato il primo punto nello scontro fra titani contro i ciprioti del Pafos, dettagli utili a ricordare che questa non è la Superlega. Fortunata l’Inter che riceve l’avversario a San Siro, certo non per le difficoltà tecniche, ma per avere evitato un viaggio di oltre 5 mila chilometri in mezzo al campionato.
L’occasione è buona per un’altra frullata di cambi prima dell’impegnativa sfida con la Lazio. Torna disponibile Thuram, che andrà in panchina e certamente giocherà uno spicchio di partita, propedeutico in vista di domenica. «Ho tutti gli attaccanti a disposizione, posso sfruttare anche le sostituzioni se voglio energie fresche, senza dover risparmiare nessuno», così il tecnico. C’è da capire cosa Chivu farà di Lautaro. Il capitano non segna in campionato da quattro partite, quelle dal rientro dalla Nazionale, tutte giocate più o meno male. A ogni sollecitazione, il tecnico nega che sia un problema e che esista un caso, neppure piccolo. Poi però racconta: «Gli ho detto che deve imparare a sorridere di più. Di ricordarsi quello che fa per l’Inter, per tutti noi, il suo impegno, che è grande, la sua voglia. Tutti noi sappiamo chi è. A volte invece mi sembra che le responsabilità lo annebbino. Non è il caso». Ma se c’è stato questo suggerimento, allora non è vero che segnare non conti e che non farlo non urti l’umore di Lautaro.
In una partita come quella di stasera (anche in altre, ma in quella di stasera, poi) Esposito e Bonny potrebbero cavarsela benissimo da soli. E Lautaro tirare il fiato per qualche evento più importante, come farà presumibilmente Calhanoglu. Se Chivu invece farà giocare un’altra volta il capitano dall’inizio sarà proprio per dargli un’opportunità in più di fare gol. Perché soprattutto di gol vive un attaccante.

