"Io ho fatto il giudice per quarant'anni, non sono mai stato iscritto all'Associazione nazionale magistrati né ad una delle sue correnti. Ma se mi avessero sorteggiato per far parte del Consiglio Superiore della Magistratura mi sarei sentito perfettamente in grado di svolgere il mio ruolo. Secondo lei cosa è più difficile: condannare un uomo a trent'anni di carcere in un processo indiziario o scegliere il capo di un ufficio giudiziario in una rosa di candidati?".
Guido Salvini ha scavato nei misteri d'Italia e in delitti di poco conto, ha condannato e ha assolto. E in questi giorni sta leggendo con interesse come gli oppositori della riforma della Giustizia ne contestano un pezzo importante: la nomina per sorteggio, tra tutti i magistrati italiani, dei componenti dei due Csm, la cui componente togata così diverrebbe una "Armata Brancaleone" composta anche da "incapaci" destinati a soccombere davanti ai membri laici, emanazione del Parlamento. Salvini non è affatto d'accordo.
"Parlare di incapaci e di Armata Brancaleone non è molto elegante. A ben guardare, è anche una contraddizione da parte delle correnti dell'Anm, che in questi anni ha osannato così tanto la nostra categoria da far pensare che i magistrati siano tutti infallibili".
Ma far parte del Csm è una grande responsabilità.
"Oggi un magistrato, dopo avere, qualche volta, azzeccato tre temi al concorso ed essere entrato in ruolo, decide per tutta la vita della vita delle altre persone, del futuro di una famiglia, della sorte economica di aziende; un singolo magistrato, in totale solitudine, può irrogare ad un imputato decenni di carcere. Davvero non si comprende perché magistrati che hanno responsabilità così grandi non possano svolgere l'attività, decisamente meno drammatica, che si svolge al Csm: approvare le tabelle organizzative di un ufficio, decidere un trasferimento, nominare, sempre collegialmente, non da soli, un Presidente di Tribunale. Cosa significa affermare che col sorteggio verranno nominati anche degli incapaci? Se ci sono degli incapaci non dovrebbero stare più in magistratura".
Pare che servano "attitudini specifiche"
"Quali? Oggi i magistrati che vengono candidati al Csm sono degli attivisti di corrente scelti dalle segreterie delle correnti stesse. Non mi risulta che gli eletti abbiano tutti attitudini particolari né che abbiano seguito corsi di preparazione all'alta amministrazione. Liquidare come incapaci i magistrati qualunque, quelli che potrebbero approdare al Csm col sorteggio, mi sembra il pretesto per nascondere la delusione di chi per tutta la vita ha perseguito l'agognato posto al Csm come compimento del cursus honorum correntizio. Voglio ricordare che nell'attuale Csm c'è già un membro togato che è stato candidato grazie al sorteggio, aggiunto tra i candidati perché il numero dei candidati era insufficiente, e poi è stato eletto: è Andrea Mirenda e svolge il suo ruolo assai bene, e certamente meglio di altri".
Il sorteggio ha l'obiettivo di indebolire la magistratura organizzata, di toglierle rappresentanza politica?
"Credo di sì, ma continuerà ad esistere l'Anm, che è un organismo privato ma di fatto di rango politico, che potrà rapportarsi con gli altri poteri in modo più che vivace come ha sempre fatto. Quello che viene meno è l'abnormità che finora faceva della componente togata del Csm, organismo costituzionale, una semplice emanazione della Anm".
La riforma le piace, dunque.
"Avrei preferito che si scrivesse in modo esplicito che il Parlamento ha l'obbligo di designare i candidati laici al Csm in numero molto maggiore dei posti disponibili, in modo da rendere effettivo il sorteggio anche per loro: se il sorteggio è su una lista ristretta, il controllo dei partiti rimane".

