La Nuova Asia Centrale prende forma: l'Uzbekistan rilancia l'integrazione regionale

Scritto il 25/11/2025
da Vittoria Grosser

Il Presidente Mirziyoyev, promotore dell'iniziativa, parla di un progetto ambizioso: "Siamo alle soglie di una rinascita storica"

Una regione unita, più resiliente, capace di parlare con una sola voce e di attrarre investimenti globali. È questo lo scenario che si configura a Tashkent, dove i leader di Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Azerbaigian hanno preso parte alla settima Riunione consultiva dei Paesi dell'Asia Centrale.

Il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev, padrone di casa e promotore attivo dell'iniziativa, ha parlato di un progetto ambizioso, che intende tradurre in pratica anni di lavoro diplomatico: "Sono convinto che oggi siamo alle soglie di una rinascita storica della regione come Nuova Asia Centrale. Ci siamo posti il compito di rafforzare le fondamenta istituzionali della nostra cooperazione e di sviluppare una risposta coordinata alle sfide della sicurezza e allo sviluppo sostenibile". Il clima che cambia rapidamente e la cronica scarsità d'acqua rendono la cooperazione su questa risorsa inevitabile. Senza accordi chiari, i bacini e i fiumi condivisi rischiano di trasformarsi in motivo di frizione tra paesi a monte e paesi a valle.

Per questo si parla di sviluppo verde dell'Asia Centrale: investimenti in tecnologie per il risparmio idrico, agricoltura più efficiente, gestione coordinata dei grandi bacini, prevenzione dei disastri ambientali. Negli ultimi anni l'integrazione economica tra i Paesi centroasiatici ha compiuto importanti passi avanti, con lo scambio commerciale intra-regionale salito oltre i 10 miliardi di dollari e con investimenti in costante crescita.

I leader hanno messo in evidenza come i mercati esterni dall'Europa alla Cina, dal Medio Oriente al Sud-Est asiatico guardino sempre più alla regione come a un crocevia logistico strategico, grazie ai corridoi ferroviari e stradali che collegano la Cina al Caspio e da lì all'Europa. La strategia per consolidare questa Nuova Asia Centrale prevede un massiccio pacchetto di opere: centrali elettriche ammodernate, linee di trasmissione, nuovi valichi di frontiera, autostrade e ferrovie interconnesse, corridoi verdi commerciali e reti digitali congiunte. Accanto al grande capitolo infrastrutturale, i leader hanno avanzato la proposta di un Fondo regionale per la ricerca e l'innovazione, destinato a sostenere università, scienziati e progetti congiunti. L'obiettivo è chiaro: formare una generazione di specialisti in grado di competere nelle nuove tecnologie, dall'intelligenza artificiale alle reti digitali transfrontaliere, passando per la robotica e l'ingegneria energetica.

Un modo per attrarre giovani risorse specializzate ed evitare la fuga di cervelli verso Occidente.

Se anche solo una parte dei progetti annunciati verrà attuata, l'Asia Centrale potrà diventare uno degli snodi strategici più importanti del continente. Per l'Europa, per la Cina, per la Russia e per il Medio Oriente, la regione sarebbe un partner indispensabile nei flussi commerciali, energetici e tecnologici. Per ora c'è un'agenda fitta di programmi. Ma la Nuova Asia Centrale, per la prima volta, sembra più vicina a una realtà concreta che a un semplice slogan geopolitico.