Dopo più di quarant'anni l'Unesco ha lasciato Parigi e ha scelto l'Uzbekistan per ospitare la sua assemblea più rappresentativa. Si è svolta a Samarcanda, città fulcro della Via della Seta e antico crocevia tra Oriente e Occidente, dal 30 ottobre al 13 novembre la 43esima sessione della Conferenza Generale. Una scelta dal forte valore politico che riflette il crescente interesse internazionale per l'Asia Centrale, regione sempre più strategica al centro degli equilibri tra Unione Europea, Russia e Cina.
L'evento è coinciso con l'80esimo anniversario della fondazione dell'Unesco e ha riunito oltre 2.800 delegati provenienti da 190 Paesi e organizzazioni internazionali. Un appuntamento andato oltre il significato simbolico: il vertice di Samarcanda ha segnato la volontà delle Nazioni Unite di proiettare la cooperazione culturale in un'area cruciale per le nuove rotte infrastrutturali, energetiche e digitali.
Dopo l'incontro con la direttrice generale dell'Unesco Audrey Azoulay, nel discorso di apertura il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev ha definito l'evento "un ponte tra passato e futuro", evocando il concetto di "Terzo Rinascimento" con cui da tempo descrive la trasformazione economica e sociale del Paese. Ma al di là delle ambizioni nazionali, la conferenza ha rappresentato un'occasione per l'Unesco di riaffermare la propria funzione di piattaforma di dialogo in un contesto internazionale segnato da conflitti e rivalità geopolitiche crescenti. Il programma ha previsto oltre 150 eventi, di cui più di venti promossi dall'Uzbekistan, tra cui la consegna della prima edizione del Premio Internazionale UnescoUzbekistan Abu Rayhan Beruni, dedicato alla ricerca sull'etica dell'intelligenza artificiale. Un tema su cui le istituzioni cercano di definire regole comuni per bilanciare innovazione e consapevolezza.
Nel campo dell'educazione, l'Uzbekistan può contare su due città, Tashkent e Fergana, inserite nell'Unesco Global Network of Learning Cities, il programma che favorisce lo sviluppo sostenibile attraverso l'apprendimento permanente e la condivisione di buone pratiche tra città di tutto il mondo. Attualmente, il Paese sta attuando un piano di cooperazione quadriennale Unesco (2022-2026) nei settori dell'educazione, della scienza, della cultura, della comunicazione e dell'informazione. Membro dell'Unesco dal 1993, l'Uzbekistan ospita inoltre sette siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità e sedici elementi riconosciuti come Patrimonio Culturale Immateriale, tra cui la musica tradizionale Shashmaqam e la celebrazione del Navruz.
La scelta di Samarcanda, storicamente punto d'incontro tra imperi e culture, ha anche una valenza geopolitica: l'Asia Centrale sta diventando una delle nuove aree di competizione dove potenze globali e regionali cercano spazi di influenza. In questo senso, l'Unesco ha portato nella regione un messaggio di cooperazione. Samarcanda, antica capitale di imperi e ora teatro di un dialogo globale, torna così a essere luogo simbolo di incontro e confronto tra civiltà: non più per le carovane della seta, ma per la diplomazia della cultura.

