In arrivo i semafori dalla luce bianca, come funzionano e cosa cambia per il traffico

Scritto il 25/11/2025
da Federico Garau

Uno studio propone semafori con luce bianca per coordinare le auto autonome e ridurre ritardi, consumi ed emissioni. Restano però rischi informatici, costi elevati e dubbi sulla sicurezza del sistema

Il futuro della gestione dei flussi di traffico e di quella dell'attraversamento degli incroci potrà essere affidato a nuovi semafori che saranno dotati di una luce bianca: secondo i dati di uno studio realizzato dall'università della North Carolina, grazie ad essi si potrà non solo migliorare la circolazione e ridurre i ritardi del 94%, ma anche abbattere il consumo di carburante e l'inquinamento da emissioni. Quella che originariamente era stata pensata come la soluzione perfetta per integrare i veicoli a guida autonoma nelle nostre strade, stando ai ricercatori, apporterà miglioramenti sensibili anche agli spostamenti con le auto tradizionali.

La luce bianca entrerebbe in azione quando agli incroci è presente un numero sufficiente di driverless car, connesse tra loro e col software di gestione del semaforo: con questo "ponte", i veicoli a guida autonoma procederebbero all'unisono coordinandosi, e la luce bianca suggerirebbe agli automobilisti di seguire il mezzo che li precede. In sostanza sarebbe quindi il sistema automatizzato a gestire il flusso del traffico all'incrocio, a meno che non ci sia un numero troppo basso di driverless car: in questo caso tornerebbe a funzionare il classico semaforo a luce rossa, gialla e verde.

L'obiettivo sarebbe quello di automatizzare il transito delle auto agli incroci, creando un flusso continuo e accorciando i tempi di sosta, cosa che secondo i ricercatori consentirebbe di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e il consumo di carburante. Se in linea teorica tutto pare attuabile, la realizzazione pratica del progetto porta inevitabilmente a prendere in considerazione dei problemi non di secondo piano.

Affidare la circolazione negli incroci interamente a un sistema informatico, che dovrebbe essere peraltro implementato su larga scala, altra difficoltà, significa esporre la circolazione ai rischi di intromissioni e attacchi informatici, blackout e guasti di ogni genere. Con tutte le conseguenze che una paralisi del genere potrebbe comportare soprattutto nelle grandi città.

Ciò nonostante, pare che sia proprio questa la direzione verso la quale si vuole andare, e già si parla di effettuare i primi test su strade poco trafficate con l'obiettivo di raccogliere dati e apportare dei miglioramenti in vista di un ampliamento su larga scala. Di certo una novità del genere implicherebbe la destinazione di consistenti fondi da parte delle amministrazioni locali per implementare il sistema e renderlo efficace e impenetrabile, per quanto a livello informatico non esista nulla di inviolabile. Dopo di che bisognerebbe definire con attenzione le modalità di attivazione e l'indicazione agli automobilisti tramite una segnaletica chiara e inequivocabile.

L'industria automobilistica spinge in questa direzione perché interessata allo sviluppo di una tecnologia che genererebbe nuovi introiti con la diffusione di un numero sempre maggiore di vetture a guida autonoma, ma d'altro canto c'è chi mette in guardia sui problemi che, tra disorientamento e rischi di natura informatica, l'adozione di questo sistema potrebbe comportare.