Pandoro-gate, chiesto un anno e 8 mesi per Chiara Ferragni: "Fatto tutto in buona fede"

Scritto il 25/11/2025
da Francesca Galici

Il processo si sta svolgendo con rito abbreviato e a porte chiuse: l'influencer ha rilasciato dichiarazioni spontanee in aula

Nel processo in corso per truffa aggravata è arrivata la richiesta di condanna della procura di Milano per Chiara Ferragni: 1 anno e 8 mesi. Il caso è quello dei pandori Balocco promossi dall'influencer con il suo brand, ma anche alle uova di Pasqua, che i consumatori hanno acquistato nella convinzione di contribuire, in questo modo, alla beneficenza per l'ospedale pediatrico di Torino. Secondo l'accusa, però, le vendite non erano funzionali alla beneficienza, fatta prima che venissero messi in vendita i prodotti.

"Tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato", sono state le dichiarazioni dell'influencer in tribunale, dove il processo si sta svolgendo con rito abbreviato e a porte chiuse. "Sono fiduciosa, non posso dire altro", ha detto uscendo dal tribunale. "Verrà fuori la sua innocenza", ha aggiunto il suo avvocato Marcello Bana. La difesa di Ferragni parlerà nella prossima udienza e oggi i pm hanno chiesto anche un anno per Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID, e un anno e 8 mesi per Fabio Damato, ex collaboratore di Chiara Ferragni.

Secondo l'accusa dei pubblici ministeri, l'influencer tra il 2021 e il 2022 avrebbe ingannato follower e consumatori con presunti ingiusti profitti in relazione alle vendite di quei prodotti. Al centro del procedimento c'è il prezzo maggiorato rispetto ai prodotti standard di quel tipo, che i consumatori credevano fosse correlato alla quota benefica. I 362.577 pandori ceduti alla grande distribuzione per il Natale 2022 sono stati venduti al pubblico al prezzo di 9,37 euro a confezione invece che i 3,68 euro del prodotto standard.

L'influencer ha sempre respinto le accuse. Nel processo viene contestato, solo sul dossier pandori, un "ingiusto profitto" realizzato dalle società di Ferragni per un milione e 75mila euro che sarebbe stato raggiunto con "artifizi e raggiri". Nel mirino ci sono le pubblicazioni sociali, fra cui 16 fra post e stories di Instagram, nelle quali è stato omesso che la Balocco aveva già effettuato una donazione da 50mila euro nel maggio 2022. Per i legali dell'imprenditrice nessun reato è stato commesso e i procedimenti amministrativi sono stati tutti chiusi effettuando, tra l'altro, donazioni personalmente per oltre 3 milioni di euro.