C'è già grande attesa, soprattutto tra gli esperti della Nasa, per l'imminente passaggio vicino al nostro Pianeta di 3I/Atlas, che ha scatenato il dibattito tra gli esperti circa la sua reale natura per via di una serie di caratteristiche inusuali per una cometa.
L'oggetto spaziale, individuato per la prima volta il 1°luglio 2025 dal telescopio del progetto ATLAS situato in Cile, da cui ha tratto il suo nome, è di certo uno di quelli che ha maggiormente attirato l'attenzione degli studiosi innanzitutto per la rara possibilità di osservare una cometa nata al di fuori del nostro Sistema Solare, potenzialmente foriera di informazioni nuove e di spunti interessanti per ampliare le conoscenze circa le caratteristiche di questi corpi celesti.
Non stupisce, quindi, che la Nasa stia impiegando un numero rilevante di risorse per registrarne il passaggio e analizzare la traiettoria e la sua composizione chimica. Punto privilegiato di osservazione per la sua "vicinanza", dato che Atlas è arrivata a 30 milioni chilometri di distanza, è stato Marte: a fornire le immagini più dettagliate e incredibili il Mars Reconnaissance Orbiter, sonda spaziale lanciata il 12 agosto 2005. Un prezioso contributo lo ha dato anche MAVEN (acronimo di Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN), missione che ha lo scopo di studiare l'atmosfera e l'evoluzione del Pianeta Rosso: la sonda, entrata in orbita nel 2014, ha raccolto dati nella banda ultravioletta risultati fondamentali per comprendere quali gas Atlas stia emettendo nel suo percorso verso la nostra Stella. Anche Perseverance è riuscito a cogliere una sua immagine, anche se poco nitida.
E per quanto riguarda le osservazioni dal nostro Pianeta? Invisibile per i telescopi terrestri a causa dell'intensità della luce solare, la cometa è stata osservata prima grazie alla missione STEREO ("Solar TErrestrial RElations Observatory", lanciata dalla Nasa nel 2006) dall'11 settembre al 2 ottobre e poi dalla missione SOHO ("Solar and Heliospheric Observatory", lanciata da Nasa ed Esa nel 1995) dal 15 al 26 ottobre. Anche il sistema PUNCH ("Polarimeter to Unify the Corona and Heliosphere", missione della Nasa composta da 4 satelliti) è riuscito a tracciare la coda della cometa tra 20 settembre e 3 ottobre, così come le due sonde in viaggio verso asteroidi a noi distanti come Psyche (8-9 settembre, a 50 milioni di chilometri) e Lucy (16 settembre a 240 milioni di km). La combinazioni di tutte queste informazioni raccolte nei mesi saranno preziosissime per gli studiosi.
Ora c'è grande fermento per il passaggio più vicino alla Terra (270 milioni di chilometri), atteso per venerdì 19 dicembre: sarà impossibile vedere Atlas a occhio nudo, ma tutti i telescopi saranno puntati verso la sua scia. Superata questa fase, il corpo celeste proseguirà verso Giove.