Ieri No Tav, oggi a favore dell'alta velocità: capriola 5s

Scritto il 01/08/2025
da Massimo Balsamo

Il partito guidato da Giuseppe Conte non smette mai di sorprendere: ecco la presa di posizione sulla Salerno-Reggio Calabria

Il M5s non smette mai di sorprendere. Non è il caso di fare l’elenco delle giravolte del mondo pentastellato, è sufficiente citare gli ultimi due episodi clamorosi: la svolta giustizialista di Giuseppe Conte su Matteo Ricci e la sterzata sui dazi di Trump, un tempo un caro amico e oggi un nemico da minacciare con una guerra commerciale. Ma una delle capriole più sorprendenti è quella registrata nelle scorse ore: oggi il Movimento 5 Stelle è a favore dell’alta velocità.

Una novità significativa, se consideriamo che il M5s è lo stesso partito del no alla Tav in Val di Susa. Ieri i parlamentari calabresi della galassia grillina hanno preso posizione sul dossier Salerno-Reggio Calabria: “Quello che sta accadendo è uno scandalo nazionale: il governo Meloni ha cancellato 9,4 miliardi di euro dei fondi Pnrr/Pnc destinati all'Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, dichiarando che l'opera non è più considerata strategica. È una decisione che condanna ancora una volta la Calabria all'isolamento e alla marginalità, mentre in altre aree del paese, attraversate dall'alta velocità, questa infrastruttura ha prodotto un incremento medio del Pil dell'1 per cento su base annua". E ancora: "In una regione come la Calabria, dove la crescita media è appena dello 0,8% - riporta Il Foglio - l'alta velocità avrebbe significato raddoppiare il tasso di crescita economica e dare una svolta storica allo sviluppo. Per questo abbiamo depositato in Parlamento un'interpellanza urgente".

Sia chiaro: il ministero dei Trasporti, il ministro Foti e l’assessore ai Lavori pubblici della Regione hanno già fatto sapere che l’opera non è definanziata. Qui i riflettori sono accesi sull’ennesima contraddizione M5s. Oggi la banda di Giuseppi è a favore dell’alta velocità e delle possibilità di crescita che questa garantirebbe. Ma le stesse possibilità di crescita sono quelle garantite alla Val di Susa, dove il Movimento è invece schierato con i No Tav. Il Conte I cadde anche per il “no” perseverante dei pentastellati alla grande opera. Ma anche in questo caso la lista è lunga. Basti pensare alla sceneggiata al Senato del 2014, quando i parlamentari grillini intervennero con dei fazzoletti con la scritta “No Tav”, oppure alle manifestazioni organizzate nel 2019 per ribadire la contrarietà alla Torino-Lione.