È una fortuna essere diventati così antipatici. Il mondo del tennis ci ammira ma in realtà non ne può più: abbiamo il numero uno/numero due del mondo, organizziamo i tornei più belli, li vinciamo pure. In pratica: all’estero questo italian power è considerato fastidioso. Il problema però, per loro, è che la terza Coppa Davis rischia (sempre per loro) di essere solo un passaggio: l’insalatiera avrà casa ancora due anni a Bologna, e in un nuovo palazzo; le Atp Finals faranno spola tra Torino e Milano; Sinner tornerà in cima al ranking (basta fare i calcoli). E poi, guardando la classifica mondiale, si nota come dal terzo posto in giù ci sia un grande mischione: da Zverev al numero 1000 il gap di punti è inferiore a quello che divide il tedesco dal numero 2 di Sinner. E in questo spazio ci sono altri 6 azzurri, che diventano 13 se si arriva fino alla Top 200. In pratica: se, senza i suoi big, l’Italia domina lo stesso, poi può finire che il tricolore invade i piani alti non solo con gli eroi della Davis. E d’altronde il presidente della Fitp Binaghi vuole un italiano che vince a Roma, dopo essere riuscito a portare il tennis in diretta su Rai Uno. «Cobolli deve avere gli stessi diritti di Scamacca» ha detto, mettendo nel mirino la popolarità del calcio. C’è chi dice: missione impossibile. Siete ancora sicuri?
C’è spazio per altri italiani fra i primi 10
Scritto il 25/11/2025