Dal futuro dell’attuale governo italiano fino a un possibile impegno per un’altra legislatura da parte di Giorgia Meloni e delle altre anime del centrodestra. Passando ovviamente per la riforma della giustizia che è passata la settimana scorsa al Senato, arrivando ai gravissimi cori fascisti intonati nella sede di Fratelli d’Italia a Parma. In una lunga intervista a Repubblica, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha voluto ripercorrere in modo puntuale tutti gli argomenti più caldi del dibattito politico nostrano.
In primis, ovviamente, sui risultati dell’attuale esecutivo guidato dalla premier Meloni. I sondaggi parlano chiari, gli elettori, nonostante i tre anni di governo, continua a riporre fiducia nell’esecutivo. “I risultati del governo presuppongono almeno un bis. Ne sono convinto", ha esordito il presidente del Senato in un colloquio con La Repubblica. Poi, a stretto giro, rispondendo a una domanda sui cori fascisti nella sede di FdI a Parma ha spiegato come "mai i nostri giovani hanno impedito ad altri di parlare in scuole o università. Mai hanno aggredito agenti o, che io sappia, avversari politici. Sono solo episodi di folklore neofascista sbagliati e utili solo ai nostri avversari". Archiviati gli episodi di Parma come banali cori di folklore che nulla hanno a che fare con la politica del partito, la seconda carica dello Stato ha espresso un’opinione anche sulla riforma della giustizia. Un testo che la sinistra sta combattendo e che continuerà a farlo, almeno fino al referendum popolare della prossima primavera.
"Noi della destra siamo sempre stati la parte più restia a fare la guerra ai magistrati. Pensate all'Msi con Mani Pulite, ad An che preferì separare le funzioni. Oggi gli atteggiamenti verbali e la postura di FdI sono di chi vuole la riforma, ma senza dare battaglia alla magistratura". Nel merito della riforma ha spiegato: "La parte meno importante della riforma è proprio la separazione delle carriere. Forse si poteva puntare di più sulla seconda parte, quella che cambia il Csm e lo assoggetta al sorteggio. Capisco che la separazione è simbolica, ma conta meno del resto. Il vero obiettivo, mi ha confermato Nordio, è limitare le correnti con il sorteggio e assoggettare i giudici ad un controllo disciplinare terzo".