Prosegue senza sosta la campagna anti-Meloni di Andrea Scanzi. Sì, perchè tra un commento sui risultati delle elezioni regionali in Toscana - occasione rara per esultare e sbeffeggiare il centrodestra - e una sviolinata a Francesca Albanese, il giornalista del Fatto Quotidiano ha messo nel mirino il primo ministro per il suo rapporto con Donald Trump. O meglio, per le parole del presidente americano nei suoi confronti. Risultato? Una rosicata visibile a occhio nudo.
Andiamo per gradi. Il passaggio nel mirino di Scanzi è il seguente: “In italia abbiamo una donna, una giovane donna che è - non mi sarebbe permesso dirlo, di solito è la fine della tua carriera politica se lo dici - lei è una giovane donna bellissima. Ora, se si usa la parola 'bella' per una donna negli Stati Uniti è la fine della tua carriera politica, ma correrò il rischio. Non le dispiace essere definita bella, vero? (Rivolto a Meloni). Perché lei lo è. Grazie per essere venuta. Lo apprezziamo molto. Ha voluto essere qui, lei (Meloni) è incredibile. E in italia la rispettano davvero. Lei è un politico di grande, grande successo”.
Un siparietto divertente, come testimoniato dai sorrisi dei presenti. Ma non per Scanzi, che ha firmato la seguente filippica: "Così Trump, testuale, parlando di Meloni. Che splendida storia d’amore! Che grandi momenti di politica! Che soddisfazione essere stimati così tanto da uno che, cinque minuti prima, si era vantato di aver dato a Israele delle armi pazzesche che ammazzano come nessun’altra arma. Si vola come non ci fosse un domani, proprio".
Nostalgia per i tempi in cui Trump elogiava Giuseppi? Forse. Un tentativo per dimenticare la clamorosa profezia sulla Meloni del 2017? Chissà. Una cosa è certa: l'attacco al premier è debole, innocuo. E questo conferma che gli argomenti per denigrare la leader del governo scarseggiano...